LIVORNO 23 MARZO: ASSEMBLEA SU MARXISMO ED ECOLOGIA

LIVORNO 23 MARZO: ASSEMBLEA SU MARXISMO ED ECOLOGIA
PRESENTAZIONE DEL LIBRO:

LAVORO ED ENERGIA L' ATTO DI NASCITA DELL'ECONOMIA ECOLOGICA
DI DANTE LEPORE E TIZIANO BAGAROLO ( con scritti inediti di Carl Marx )

ORE 21,00 SALA  COMUNALE  CIRCOSCRIZIONE 4

INTERVERRANNO: 
DANTE LEPORE SCRITTORE SAGGISTA 
TIZIANA MANTOVANI DIREZIONE NAZIONALE DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

ORGANIZZA IL PC Lavoratori sezione Livorno

Con il Centro Popolare Autogestito contro la giunta del democristiano Renzi



La giunta Renzi, il sindaco che la destra ci invidia, continua imperterrita nella sua politica reazionaria di svendere ai privati il patrimonio immobiliare pubblico. E' di questi giorni la notizia di altri immobili pubblici "in disuso" da mettere all'asta per vendere alle grandi compagnie immobiliari. Negli immobili posti in vendita c'è anche la ex scuola di via Villamagna, attuale sede del CPA Firenze Sud che ci pare tutto fuorchè un immobile in disuso. Il Cpa, occupato da oltre dieci anni, è uno dei principali centri di aggregazione per giovani e meno giovani di tutta la città, al CPA si svolgono attività culturali, ricreative e politiche aperte a tutti. Dopo lo sgombero della storica occupazione di via de' Conciatori, gli sgomberi contro gli occupanti del Movimento di Lotta per la Casa, adesso il sindaco Renzi ci prova con il CPA Firenze Sud. Questa ennesima provocazione del sindaco contro tutto il movimento fiorentino deve vedere una risposta adeguata da parte di tutta quella parte della città che in questi ultimi tempi ha dato vita alle mobilitazioni contro il razzismo dopo l'uccisione di Samb Modou e Diop Mor, contro il fascismo di Casaggi e Casapound, contro le grandi opere inutili come la TAV, quella parte di Firenze che non si è arresa alla logica reazionaria ed antipopolare del Partito Democratico e della giunta Renzi. 
Noi pensiamo che per riqualificare (termine che viene usato spesso da Renzi quando si tratta di svendere o regalare patrimonio pubblico ai privati) Firenze ci sia un solo modo possibile, cacciare la giunta Renzi e portare avanti una opposizione frontale ai poteri forti di questa città (PD, banche, massoneria, speculatori vari) che non sono altro che quelli che in questi ultimi mesi stanno portando avanti, su scala nazionale con il governo dei banchieri presieduto da Monti ed appoggiato dal PD-PDL, un attacco senza precedenti alle condizioni di vita dei lavoratori, dei giovani, dei disoccupati, degli immigrati
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime solidarietà incondizionata e pieno appoggio a tutte le iniziative che i compagni e le compagne del CPA intenderanno portare avanti per fermare questo progetto infame.

Il CPA non si tocca, lo difenderemo con la lotta!!
Giunta di destra, giunta di sinistra, chi sgombera gli spazi è sempre un fascista!!

Partito Comunista dei Lavoratori
Sezione Olga Valdambrini - Firenze

BASTA IPOCRISIA. OPPOSIZIONE APERTA A NAPOLITANO



Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è oggi il principale sostegno del governo Monti, governo della Confindustria e delle banche. É un fatto incontestabile.

Napolitano investe pubblicamente il “prestigio” della propria immagine pubblica per garantire a Monti il consenso d'opinione necessario a gestire le peggiori operazioni antioperaie e antipopolari. Quanto più tali operazioni sono impopolari, o virtualmente tali, tanto più Napolitano fa irruzione diretta sullo scenario politico per sponsorizzarle in prima persona.

Così è stato in occasione della distruzione delle pensioni d'anzianità. Così è oggi a fronte dell'attacco all'articolo 18 o della gestione del progetto TAV. In ogni passaggio cruciale la Presidenza della Repubblica offre il petto a difesa del governo contro l'opposizione sociale ( o il rischio che si produca). Di più: Napolitano incoraggia pubblicamente il governo a procedere contro i lavoratori e le resistenze sociali; chiede pubblicamente alla CGIL fedeltà incondizionata al governo e alla concertazione dei sacrifici; delegittima pubblicamente ogni movimento di opposizione di massa al governo, come i No TAV. Con un tasso alto di doppiezza: lo stesso Presidente che interviene da primo attore nel sostenere le ragioni della Fiat e delle banche, italiane ed europee, rifiuta persino l'ascolto dei sindaci della Val di Susa perchè la questione non sarebbe ”di sua competenza”. Salvo rivendicare parallelamente la propria.. “competenza” nel chiedere ai No TAV la resa incondizionata. Quanta ipocrisia!

Come PCL, non siamo meravigliati del ruolo della Presidenza della Repubblica, non avendo mai creduto a differenza di tutte le altre sinistre, alla “neutralità” di un istituzione borghese.
Men che meno siamo meravigliati del ruolo specifico di Giorgio Napolitano, figlio legittimo di una storia politica che l'ha sempre contrapposto ai proletari: nella veste di dirigente stalinista contro la rivoluzione degli operai ungheresi nel 1956; nella veste di attivo sostenitore della politica berlingueriana di compromesso storico e di austerità antioperaia negli ultimi anni 70; nella veste di dirigente migliorista filocraxiano del PCI degli anni 80 a sostegno dei licenziamenti FIAT (80) e contro la scala mobile dei salari (84/86); nella veste di fondatore e dirigente liberale del PDS, DS, PD,- negli anni 90 e nell'ultimo decennio- a sostegno della distruzione progressiva di tutti i diritti conquistati dalle precedenti generazioni del movimento operaio. L'attuale Presidente della Repubblica è diventato tale, col voto di tutti i partiti borghesi, anche in virtù di questo “corso Honorum”. Ed è comprensibile voglia concludere degnamente la propria storia quale “salvatore” della Patria borghese in cui ha sempre militato. E' umano.

Colpisce invece l'ossequiosa reverenza di cui Napolitano continua a godere a sinistra, presso gli stessi  gruppi dirigenti della  sinistra cosiddetta “radicale”. Nel migliore dei casi si “dissente” rispettosamente ( e “con dispiacere”) dalle “parole” del Presidente. Ma sempre assumendolo come interlocutore istituzionale cui appellarsi con dovizia di riguardi. Sempre aprendo i propri Congressi nazionali con la lettura compunta e solenne del comunicato di augurio della Presidenza della Repubblica, come nel caso dei Congressi del PDCI, del PRC, di Sinistra Popolare (Rizzo), con tanto di applauso di rito. Sempre partecipando in varie forme al clima di ossequiosa reverenza che si deve ad una Istituzione “superiore”, depositaria di un ruolo di rappresentanza costituzionale “universale”, e possibile garante di “giustizia”.

Noi non partecipiamo a questo coro.
Siamo rivoluzionari, non riformisti. Combattiamo l'ipocrisia, non l'avalliamo. Da marxisti, consideriamo lo Stato e le sue istituzioni, Presidenza della Repubblica inclusa, come strumenti di dominio degli industriali e delle banche sulla classe operaia e la popolazione povera. Tanto più denunciamo il diretto ruolo politico di classe che questo Presidente sta svolgendo contro i lavoratori, in un momento drammatico della loro condizione e in un passaggio decisivo della lotta di classe.

Per questo il Partito Comunista dei Lavoratori intraprende e intraprenderà un'azione pubblica di denuncia costante di Giorgio Napolitano e del suo ruolo. Non c'è reale opposizione a Monti senza un'aperta opposizione a Napolitano. Poniamo e porremo la necessità di una rottura aperta con Napolitano in tutti i movimenti e in tutte le organizzazioni di massa. Ogni viaggio istituzionale di Napolitano in giro per l'Italia vedrà in varie forme la sua contestazione pubblica da parte del PCL. Abbiamo iniziato a Cagliari e Sassari, suscitando scandalo nell'isola e imbarazzo nel Presidente. Proseguiremo ovunque. E chiameremo ovunque le altre sinistre e i movimenti a condividere la contestazione alla Presidenza della Repubblica, quale controparte della classe lavoratrice. Al pari di Monti, Confindustria, banche.


MARCO FERRANDO

I MUSCOLI DI MONTI


Mario Monti ha assunto il progetto Tav in Val di Susa come simbolo del proprio governo: non solo della propria credibilità di garante degli immensi interessi coinvolti nell'opera, ma anche della propria forza d'ordine nella gestione delle piazze.

La difesa del progetto Tav nel nome dell'” interesse generale delle generazioni future” è un manifesto di ipocrisia. E' il solito motivetto ideologico con cui da vent'anni si tagliano pensioni, si precarizza il lavoro, si distruggono diritti. Chi non ha niente da offrire ma solo da togliere ai vivi, vuole far credere loro di lavorare per la storia . E se i vivi non abboccano, è pronto il manganello. Questa è la sostanza. E ha molto poco di “tecnico”: ha molto a che vedere invece con il mandato imperativo di banche, industriali, costruttori. La questione Tav è solo una insegna: non dell'”antagonismo”, se non di riflesso, ma del governo.

Non si ricorda peraltro una seduta straordinaria di governo interamente dedicata alla gestione minacciosa della piazza, se non ai tempi di Scelba. Ci voleva un governo “tecnico” per restaurare la peggiore tradizione politica reazionaria?
Ma un governo che sceglie quel terreno di confronto sceglie perciò stesso di politicizzarlo al livello più alto. E allora c'è bisogno di una risposta di massa più generale che riconduca le ragioni No Tav ad un programma anticapitalista e ad una mobilitazione straordinaria di tutti gli sfruttati.

I No Tav non possono vincere da soli. Né solamente in virtù di una solidarietà nazionale alla loro lotta, che pur è prioritaria e urgente. Possono vincere se confluiranno in una rivolta popolare e di classe contro il governo, i poteri che lo sostengono, i partiti che l'appoggiano: una rivolta che ribalti i rapporti di forza complessivi e apra dal basso uno scenario nuovo. Ma questa rivolta richiede una bandiera più  larga della Val di Susa: una bandiera che rivendichi il blocco dei licenziamenti, la ripartizione fra tutti del lavoro, un salario sociale vero per i disoccupati, un grande piano di opere sociali - finanziato dalla tassazione delle grandi ricchezze a dal ripudio del debito verso le banche-  che assorba al suo interno le stesse domande No Tav. Le decine di miliardi previsti per la TAV vengano investiti nella bonifica dall'amianto, nei treni pendolari, nella ricostruzione del sistema sanitario, nell'istruzione pubblica.., invece che infilati nelle tasche di banchieri, costruttori, imprese mafiose  per avvelenare una valle!
Così formulata, questa rivendicazione può essere un ponte prezioso gettato verso la classe operaia, verso l'enorme massa dei lavoratori precari, verso i disoccupati: per chiedere che sia il mondo del lavoro e le sue organizzazioni a unificare e dirigere il fronte di massa attorno a un comune programma di lotta, che faccia proprie le ragioni di tutti gli oppressi.

Il Partito Comunista dei Lavoratori, impegnato ovunque  nelle mobilitazioni No Tav, porterà questa rivendicazione di fronte unico anticapitalista nello sciopero generale della Fiom del 9 Marzo e nella manifestazione  nazionale di Roma.

MARCO FERRANDO- PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI