mar302013
mar262013
mar252013
RESPINGERE LA LOGICA DELLA SPENDING REVIEW ANCHE NELL'EDUCAZIONE PER L'INFANZIA
La logica del profitto in tempo di crisi si ripercuote in Toscana anche sui bambini nell'età dell'infanzia.
Lo scorso 9 Gennaio il Consiglio Regionale ha approvato le modifiche
alla legge regionale 32\2002 ovvero il testo unico della normativa in
materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione
professionale e lavoro.
Entro il 9 Aprile dovrà essere approvato il regolamento attuativo.
Le
modifiche alla legge aprono una breccia che rischia di essere
spalancata dal regolamento attuativo che ha da essere approvato in due
diverse direttrici, una a discapito dei bambini e l'altra a discapito
dei lavoratori.
SI CERCA DI FAR PENETRARE LA LOGICA DEL TAGLIO
DRASTICO IN OTTEMPERANZA ALLA SPENDING REVIEW ANCHE NEI SERVIZI ALLA
PRIMA INFANZIA
Il rischio concreto è che nel
regolamento attuativo sia approvata una riduzione degli spazi per
bambino da 6 mq a 5 mq, sia approvato un prolungamento degli orari di
apertura (a fronte di un contratto nazionale che prevede 42 settimane
annuali di lavoro ed una massimo di 30 ore frontali settimanali per i
lavoratori del settore), sia approvata una modifica peggiorativa del
rapporto tra educatori e bambini.
DIMINUIRE GLI SPAZI A BAMBINO ED AUMENTARE IL
RAPPORTO NUMERICO TRA INSEGNANTI E BAMBINI SIGNIFICA CREARE ASILI
POLLAIO CON DRAMMATICHE RICADUTE SULLA QUALITA' DEL SERVIZIO OFFERTO E
DUNQUE SULLA QUALITA' STESSA DELLA VITA DEI BAMBINI, CHE COL NUOVO
REGOLAMENTO POSSONO ARRIVARE A TRASCORRERE PIU' DI 10 MESI L'ANNO E CON
VERTICI DI 12 ORE AL GIORNO NEGLI ASILI.
Il disegno è chiaro. Le modifiche approvate parlano
chiaramente di integrazione del servizio pubblico con quello privato che
tradotto nel linguaggio della spendig review e dei tagli "imposti"
dalla crisi significa un peggioramento progressivo dell'offerta di
servizio pubblico per far scivolare l'educazione dell'infanzia sempre
più nelle mani dei gestori privati che in quanto tali hanno come prima
necessità quella del profitto.
Anche nel settore privato dell'educazione infantile la realtà del
mondo precario si è abbattuta con forza e gli educatori già lavorano in
queste aziende con contratti sfavorevoli, sottopagato e costantemente
ricattabile in quanto precario.
La dimostrazione di ciò è data dal fatto che nel
nuovo regolamento si ipotizza di ABOLIRE la clausula dell"applicazione
al personale dipendente dei contratti collettivi nazionali di settore
vigenti, secondo il profilo professionale di riferimento" come requisito
per l'autorizzazione al funzionamento dei nidi privati.
IL CHE SIGNIFICA CHE SARA' POSSIBILE APRIRE ASILI NIDI PRIVATI SENZA NESSUNA GARANZIA SINDACALE PER I LAVORATORI
L'impressione
è che il concetto stesso di educazione per l'infanzia sia scambiato in
nome del profitto con il semplice affidamento dei bambini in luoghi di
parcheggio, in un mondo in cui gli orari di lavoro spezzati e i turni
sempre piu' lunghi rendono la vita impossibile ai genitori.
COME PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI RIFIUTIAMO
CATEGORICAMENTE CHE LA LOGICA DEL PROFITTO IN TEMPO DI CRISI VENGA
RIVERSATA SUI LAVORATORI DELL'EDUCAZIONE PER L'INFANZIA E DI CONSEGUENZA
SULLA QUALITA' DEL SERVIZIO OFFERTO ALLE FAMIGLIE E AI BAMBINI STESSI.
mar242013
SELEZIONE DI MERITO E SELEZIONE DI CLASSE
PERCHE' LO VOGLIONO METTERE?
E' notizia di questi giorni che dopo alcuni casi isolati negli anni
passati, sempre più licei starebbero pensando di introdurre dei test
d'ingresso per selezionare gli studenti da accettare nell'istituto.
La spiegazione che tutti i presidi in coro danno di questa decisione è
sempre la solita: "CI SONO TROPPI STUDENTI, ABBIAMO TROPPO POCHE AULE E
TROPPO POCHI DOCENTI".
COME LO GIUSTIFICANO?
Le scuole che intendono mettere il test d'ingresso cercano di
giustificare questa operazione parlando di MERITO dandogli una tinta
di dignità.
Premieranno il merito, dicono.
Selezioneranno le intelligenze, dicono.
Motiveranno maggiormente i futuri studenti di licei, dicono.
COME STANNO REALMENTE LE COSE?
Sono 25 anni, dalla Riforma Ruberti ('89), passando per le varie
Zecchino-Berlinguer, Moratti, Fioroni, Gelmini e Profumo, che la scuola e
l'università pubbliche in Italia sono sotto continuo attacco.
Il motivo di questo attacco è molto semplice. Nell'epoca del dominio
incontrastato del capitalismo, le scuole e le università devono
assolvere esclusivamente alla funzione
di formare figure professionali isperspecializzate.
In accordo con i desideri e le volontà dell'Unione Europea, il sistema
scolastico deve diventare sempre più simile al modello americano in cui
ci sono scuole di eccellenza private e costose e scuole pubbliche
fatiscenti e dall'offerta formativa ridicola.
Questo perchè la volontà delle classi dirigenti è sempre più quella di
creare una voragine tra le classi dominanti stesse e i ceti popolari e
questo parte proprio dalla scuola.
I TEST D'INGRESSO AI LICEI SONO L'ENNESIMO STRUMENTO PER CUI I FIGLI DI FAMIGLIE POPOLARI SARANNO INCENTIVATI A SCEGLIERE SCUOLE PROFESSIONALI ANZICHE' LICEI O ANCORA PEGGIO A LASCIARE LA SCUOLA ANZITEMPO.
Il test d'ingresso è infatti l'ennesimo elemento di scoraggiamento per una famiglia popolare per mandare i propri figli ad una scuola. Se lo sommiamo all'aumento vertiginoso dei prezzi dei libri, dei costi dei trasporti, delle stesse prospettive che le diverse scuole pretendono di offrire (il caro vecchio adagio per cui "se vai al liceo, devi fare l'università e l'universita' COSTA), risulta chiaro come il disegno sia quello di ricostruire da un lato scuole adatte alle classi dirigenti e dall'altro scuole adatte ai ceti popolari. Il provvedimento ha anche una matrice di razzismo strisciante, perchè è chiaro che i figli di migranti devono affrontare difficoltà enormi aggiuntive e che in questo panorama di distruzione della scuola pubblica, le cosiddette scuole private di eccellenza sono in mano alla chiesa cattolica e già questo è un elemento di discriminazione forte, perchè non saranno frequentate da studenti di altre confessioni o atei.
I TEST D'INGRESSO AI LICEI SONO L'ENNESIMO STRUMENTO PER CUI I FIGLI DI FAMIGLIE POPOLARI SARANNO INCENTIVATI A SCEGLIERE SCUOLE PROFESSIONALI ANZICHE' LICEI O ANCORA PEGGIO A LASCIARE LA SCUOLA ANZITEMPO.
Il test d'ingresso è infatti l'ennesimo elemento di scoraggiamento per una famiglia popolare per mandare i propri figli ad una scuola. Se lo sommiamo all'aumento vertiginoso dei prezzi dei libri, dei costi dei trasporti, delle stesse prospettive che le diverse scuole pretendono di offrire (il caro vecchio adagio per cui "se vai al liceo, devi fare l'università e l'universita' COSTA), risulta chiaro come il disegno sia quello di ricostruire da un lato scuole adatte alle classi dirigenti e dall'altro scuole adatte ai ceti popolari. Il provvedimento ha anche una matrice di razzismo strisciante, perchè è chiaro che i figli di migranti devono affrontare difficoltà enormi aggiuntive e che in questo panorama di distruzione della scuola pubblica, le cosiddette scuole private di eccellenza sono in mano alla chiesa cattolica e già questo è un elemento di discriminazione forte, perchè non saranno frequentate da studenti di altre confessioni o atei.
TUTTO QUESTO VA COMBATTUTO
ESISTE UNA SOLA SOLUZIONE AL PROBLEMA DEL SOVRAFFOLLAMENTO DELLE CLASSI:
L'ASSUNZIONE A TEMPO INDETERMINATO DI TUTTI I PRECARI DELLA SCUOLA E
AL CONTEMPO IL FISSARE A 20 IL NUMERO MASSIMO DI ALUNNI PER AULA

IL TEST D'INGRESSO VA RESPINTO AI LICEI E CANCELLATO DALLE UNIVERSITA'
COLLETTIVO STUDENTESCO RIVOLUZIONARIO
mar242013
Dai compagni dell'EEk (Grecia) e del DIP (Turchia)
Ciprioti greci e turchi, uniti nella lotta!
Per una Cipro unità e socialista!
Cacciamo via l’UE!
Per gli Stati Socialisti Uniti d’Europa!

Non ci sbagliamo! Queste misure sono solo la forma più estrema e sfacciata data
all’attacco contro la classe lavoratrice da parte della Troika dell’UE, della
BCE e dell’FMI in ogni paese d’Europa in cui la crisi economica ha creato una
situazione d’emergenza, cioè Grecia, Irlanda, Portogallo e Spagna, ma anche
probabilmente l’Italia ed altri ancora molto presto. L’UE, con Angela Merkel
alla sua testa, agendo come l’FMI d’Europa, sta cercando di scaricare l’intero
peso della crisi causata dalla classe capitalista sulle spalle di lavoratori,
contadini, pensionati, donne, giovani, indigenti e poveri.
Questa è una crisi di vaste proporzioni. È un flagello che ha colpito non
solo Cipro, e neppure la sola Europa in generale, ma l’intero pianeta. Il
Giappone sta entrando nel terzo decennio di depressione. La Gran Bretagna ed i
paesi dell’Eurozona sono di nuovo in recessione. Gli USA, con una crescita
stentata, sono legati ad un immenso debito sovrano che ha superato il loro PIL
e ad un deficit di bilancio che limitano le possibilità di stimolare l’economi
attraverso politiche espansive. Cina, India, Brasile e altre economie
“emergenti” si trovano a subire sempre più l’influsso della stagnazione dei
paesi imperialisti. I paesi della periferia meridionale dell’Europa che sono
sacrificati sull’altare della Troika sono davvero i casi più estremi della
bancarotta mondiale dell’economia capitalista. Questa è una crisi che segnala
il declino storico del capitalismo.
Con le elezioni in Italia, si è aperta una nuova fase. In questo contesto,
gli eventi di Cipro hanno creato circostanze esplosive non solo nel paese ma in
tutta Europa. Come si era previsto, i popoli in tutta Europa hanno perduto la
fiducia nel sistema bancario. Cipro era nei fatti solo un test per ciò che si
sta apprestando negli altri paesi. Le persone vedono ciò e stanno cominciando a
ritirare i propri soldi dalle banche. Le condizioni per un’assai diffuso
assalto agli sportelli si stanno accumulando. L’economia europea è giunta
ancora una volta sull’orlo del precipizio. Anche se ciò dovesse essere superato
nel breve periodo, non c’è soluzione a questa crisi a parte l’ascesa al potere
della classe operaia e la ricostruzione su basi socialiste dell’economia su
scala europea.
È ora di sollevarsi! Il popolo lavoratore della Grecia stava conducendo una
lotta rovinata dai sotterfugi della burocrazia sindacale. I lavoratori e la
gioventù della Spagna hanno ripetutamente dimostrato la propria indignazione.
Il popolo italiano ha seppellito nelle urne elettorali i professionisti
dell’austerità. In ogni paese i lavoratori e la gioventù hanno espresso la
propria rabbia. Ma non è abbastanza. Abbiamo bisogno di un movimento
internazionale che rifiuti il debito accumulato dai capitalisti e dai
banchieri, un movimento di nazionalizzazione delle banche sotto il controllo
dei lavoratori, un movimento che lotti contro l’imperialismo dell’UE. Tutte le
forze combattenti dovranno riunirsi in tutti questi paesi per lottare e
diffondere la lotta a tutti quei paesi non ancora direttamente toccati.
Cipro dovrà essere una pioniera in ciò. Questa è un’ isola dove la
questione nazionale è stata per mezzo secolo una problema pesante. Mettendo
turchi contro greci, l’imperialismo inglese ha diviso il popolo cipriota,
manipolando la situazione allo scopo di difendere gelosamente la proprie basi
militari sull’isola, facendo dell’isola la leggendaria “piattaforma portaerei”.
È ora, per i ciprioti greci e turchi, di comprendere che tutta la sofferenza
che hanno subito è il prodotto degli stati borghesi, siano essi l’imperialismo
USA, Britannico, o UE o quelli più periferici della Grecia e della Turchia. E
adesso è proprio a causa di questi stati imperialisti, in nome degli interessi
della borghesia europea, della sua “competitività” della sua “economia” che le
magre economie dei lavoratori e dei pensionati sono saccheggiate, che i loro
salari sono ridotti ad una miseria, che sono privati del loro lavoro, che sono
rimasti senza servizi sociali!
Proprio in quest’isola dove il capitalismo imperialista ha provocato e
ancora provoca le nazionalità perché si combattano incessantemente l’un
l’altra, creiamo un fronte internazionalista della classe lavoratrice e della
gioventù in modo che non lottino più fra loro ma contro i briganti capitalisti!
Costruiamo un fronte unico esemplare tra greci e turchi che lotti per far
pagare la crisi ai capitalisti anziché ai lavoratori ed ai poveri! Non è solo
nel sud greco di Cipro che la crisi esige il proprio tributo dai lavoratori. La
recente eroica lotta dei lavoratori del comune di Nicosia nella parte nord
turca, ha talora assunto le forme dello scontro. Solo un anno fa un gigantesco
movimento di massa della classe operaia ha scosso l’establishment del Nord. La
crisi del capitalismo sta oggettivamente unendo la classe operaia cipriota.
Mostriamoci all’altezza di questa sfida storica e rispondiamo personalmente ai
bisogni del momento costruendo un fronte unico tra le forze della classe
operaia del Nord e del Sud!
I sindacati del Nord devono immediatamente avviare azioni di solidarietà
con i propri fratelli e sorelle di classe nel Sud. A ciò deve far seguito
un’azione congiunta che induca ad uno sciopero generale in entrambe le parti
dell’isola allo scopo d’imporre le rivendicazioni dei lavoratori agli organi di
governo di Cipro. Lasciamo che ritornino nell’isola i glorioso giorni
dell’unità dei lavoratori! È solo allora che l’imminente distruzione economica
dell’isola potrà essere fermata. Nessuno pensi che il pericolo sia terminato. I
deputati borghesi che ieri hanno votato, contro le misure imposte, sotto la
pressione delle masse così come le manovre segrete dei loro benefattori russi
si tramuteranno in voltagabbana domani e capitoleranno sotto la pressione
dell’imperialismo UE in nome del “realismo economico”, a patto che si concordi
un nuovo fronte di misure di salvataggio che non attiri la collera dei
riciclatori di denaro russi. Gli oligarchi russi saranno salvati ed i
lavoratori e i poveri mandati in rovina. Non c’è spazio per
l’autocompiacimento. O l’azione indipendente dei lavoratori o il cannibalismo
sociale alla maniera greca!
Lavoratori di tutte le nazionalità di Cipro! Unitevi e lottate! Non avete
nulla da perdere ed un paese riunificato e un futuro decente per i vostri figli
da guadagnare!
Partito Rivoluzionario dei Lavoratori (EEK, Grecia)
Partito Operaio Rivoluzionario (DIP, Turchia)
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