set52013
CONTRO L’AGGRESSIONE ALLA SIRIA –CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA
Stati
Uniti, Francia e Gran Bretagna stanno di nuovo scaldando i motori per
scatenare la loro ennesima guerra imperialista e questa volta, nel
mirino delle potenze occidentali, c'è la Siria di Bashar El Assad.
Il motivo addotto per l’aggressione è il presunto utilizzo, da parte del
regime siriano, di armi chimiche nella guerra civile che sta
martoriando questo paese da oltre due anni.
Un pretesto, quello
dell’utilizzo di armi chimiche, già usato per "esportare la democrazia"
in IRAQ, esportazione che è stata solo una guerra che, di fatto, è
riuscita a distruggere il paese, guerra le cui motivazioni sono
risultate essere state inventate di sana pianta, ad esclusiva
giustificazione dell'intervento militare.
Quello che è
intollerabilmente vergognoso, da parte dell'imperialismo occidentale, è
il proporre la propria figura come difensore della democrazia e dei
diritti umani, ogni qualvolta interviene militarmente ad esclusiva
protezione dei propri interessi economici, coniando a riguardo termini
ignobili come quello di “guerra umanitaria” o declassando la morte di
civili, ammazzati "sua manu", all'esemplificato e più ignobile termine
di "effetti collaterali".
Gli unici eserciti ad aver fatto ricorso
massiccio all’uso di armi chimiche e di distruzione di massa, sono
stati, nella storia moderna e modernissima quelli dei paesi occidentali
membri della NATO: gli Stati Uniti in Vietnam (è calcolata in 75 milioni
di litri di sostanze chimiche, esfolianti, erbicidi, diossina etc. la
quantità riversata su villaggi, foreste, risaie, uomini, donne, bambini,
animali, il tutto accompagnato da un uso indiscriminato del napalm) e i
paesi Nato, che hanno partecipato alla guerra in Iraq e Jugoslavia,
hanno fatto uso massiccio di bombe all’uranio impoverito), con effetti
devastanti sulla popolazione civile e sull’ambiente, per il rilascio di
sostanze dopo l'esplosione; in particolare, riferendosi alla guerra dei
Balcani, non si denuncerà mai abbastanza la criminale pratica, tutta U.
S. A. dello sgancio nel mar Adriatico, da parte degli aerei di ritorno
dalle operazioni in Kosovo, degli ordigni ad uranio impoverito
trasportati in eccedenza. Ultimo in ordine di tempo il bombardamento di
Gaza con bombe al fosforo ad opera dello stato sionista.
Per quale motivo allora si vuol attaccare la Siria?
Il motivo principale, come la storia più volte ci ha insegnato, è la
crisi economica dalla quale il capitalismo cerca di uscire mettendo in
moto la complessa macchina industriale che sostiene la guerra e quale
migliore occasione se non quella della guerra civile siriana.
L’altro motivo è di ordine geo politico: la Siria, giudicata secondo
canoni che l'imperialismo ha cucito a propria misura, è un paese non
affidabile in un'area ritenuta altamente strategica e nei riguardi del
quale le ipotesi sono due, o sottoporlo a "normalizzazione" con una
guerra umanitaria, magari sostituendo la dittatura di Assad con la
governance di un regime “amico”, (come è accaduto in Iraq, Afghanistan e
Libia), o quella di “dare una lezione ad Assad” per riportarlo in
canoni entro i quali, ad esempio, negli ultimi anni aveva appoggiato la
guerra contro l’Iraq.
A questo scopo, in campo, sono impegnate
milizie Jihadiste (sostenute e finanziate dall’Arabia Saudita) e milizie
filoccidentali, cosiddette “liberali” dell’Esercito Siriano Libero,
anche queste oggetto di continui finanziamenti, visibilità mediatica,
armamenti, ecc.
Noi siamo, invece, convinti che in Siria, sull’onda
delle primavere arabe (Bahrein, Tunisia ed Egitto), sia scaturita
un'autentica rivolta popolare contro un regime dispotico ed antipopolare
come quello della famiglia Assad la quale, per il tramite del partito
Ba’th occupa il potere dal 1971 (Hafiz al Assad sino all'anno 2000 e da
allora suo figlio Bashar).
Un regime che, nonostante una parte
della sinistra italiana definisca antimperialista (ad iniziare dall’area
neostalinista di Rizzo), si è reso protagonista di repressioni feroci
contro il proprio popolo (messa al bando dei comunisti rivoluzionari) e
contro quello palestinese (è del 12 agosto 1976 il massacro di Tel
al-Zaatar quando l’esercito siriano uccise tremila palestinesi in un
campo profughi).
Un regime che durante la guerra contro l’Iraq si è
alleato con l’imperialismo, che rimane un alleato storico del regime
degli ayatollah iraniani (regime notoriamente reazionario) e delle
milizie sciite di Hezbollah (il libanese partito di Dio).
In
conclusione un regime che di popolare e socialista non ha nulla e nei
riguardi del quale, purtroppo, buona parte della sinistra italiana è
ancora legata a una logica “campista” che porta a considerare amici,
governi che, di fatto, sono dittature e che di amichevole non hanno
alcunché: l’Iran, la Siria, la Russia di Putin, la Bielorussia, l’Egitto
dei generali non sono regimi amici né, tantomeno, antimperialisti.
Il movimento rivoluzionario siriano, sicuramente debole e influenzato
dai liberali, si è velocemente ritrovato schiacciato tra la repressione
crudele del regime e le ingerenze dei paesi occidentali: la mancanza di
una sinistra rivoluzionaria ben radicata tra le masse popolari ha
consentito che la gestione della rivolta sia finita in mani di forze
reazionarie (i liberali) e/o fascistoidi (gli Jihadisti).
In questa
lotta tra fazioni a favore di Assad e fazioni filo imperialiste
(liberali e integraliste) noi riteniamo di non schieraci con nessuna
delle due parti, ma di dover sostenere quelle piccole forze popolari e
di sinistra che in Siria si battono contro il regime e contro
l’intervento imperialista, con la prospettiva di dar vita a un partito
comunista che spazzi via per sempre Assad e la sua cricca e riesca a
costruire una Siria laica e socialista in una più ampia ottica di
federazione socialista del Medio Oriente.
Nel caso di attacco
imperialista il PCL si schiera al fianco del popolo siriano, per la
difesa militare incondizionata della Siria e per una sconfitta militare
degli aggressori.
Questo è un appello rivolto ai soldati degli
eserciti imperialisti, in particolare Stati Uniti, Gran Bretagna e
Francia (così come stanno facendo i soldati dell’esercito greco)
affinché si ribellino e rifiutino di eseguire crimini in nome e per
conto della NATO.
In più si fa appello al proletariato dei paesi
arabi affinché si schieri al fianco della Siria combattendo contro i propri
governi alleati del’imperialismo (Egitto, Tunisia, Arabia, Iraq, ecc).
E infine si chiede al proletariato europeo ed in particolare a quello
dei paesi coinvolti direttamente, a schierarsi da subito contro la
guerra, con tutti gli strumenti che la democrazia consente:
mobilitazioni generalizzate, scioperi, boicottaggi della macchina
bellica, ecc.
CONTRO LA GUERRA IMPERIALISTA.
PER LA DIFESA MILITARE INCONDIZIONATA DELLA SIRIA.
PER UNA SIRIA LIBERA, LAICA E SOCIALISTA.
PER LA FEDERAZIONE DEGLI STATI SOCIALISTI DEL MEDIO ORIENTE.
Partito Comunista dei Lavoratori - Toscana
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