gen312013
gen302013
gen292013
gen242013
MPS: solo la nazionalizzazione può garantire i piccoli risparmiatori.
La vicenda della crisi del MPS è una svolta cruciale. Dopo aver incassato
dal governo Monti 4 miliardi di euro tondi tondi, in pratica tutto il gettito
dell'IMU sulla prima casa, e tutte svariate regalie fatte dal governo Berlusconi
e dagli amici del PD, si scopre in questi giorni che il buco di bilancio del
gruppo MPS è mostruoso.
Per troppi anni le perdite, infatti, sono state tolte dai bilanci, e
reimmesse nel mercato sotto forma di titoli derivati.
Questa operazione truffaldina, coperta da tutti i governi di sinistra,
centro e di destra, ha portato oggi ad una situazione disastrosa. I 4.9 miliardi di euro già annunciati dal governo,
ennesimo regalo pagato dai contribuenti e dalle buste paga dei lavoratori, non
servirà a salvare la banca da una crisi che perdura da decenni.
L'unica alternativa credibile, per tutelare i
piccoli risparmiatori e i lavoratori del gruppo MPS è la nazionalizzazione della
banca.
Lo stato non può limitarsi ad elargire denaro pubblico al fine di garantire
i profitti dei banchieri facendo ricadere gli oneri sui salari e sulle pensioni.
Lo stato deve espropriare tutto il patrimonio della MPS e porre la banca sotto
il controllo popolare.
Questa rivendicazione, mai attuale come oggi, insieme all'abolizione del
debito pubblico, è da sempre alla base del nostro programma politico ed è, a
maggior ragione oggi, punto centrale del nostro programma elettorale.
Partito Comunista dei Lavoratori - Toscana
gen232013
"LA REPUBBLICA", QUOTIDIANO AL SERVIZIO DI BERSANI, MONTI E CONFINDUSTRIA, SI DISTINGUE COME SEMPRE PER LA DISINFORMAZIONE
Ora che la nostra lista è stata ufficialmente ammessa alle elezioni del
24/25 febbraio vogliamo tornare sull'articolo uscito nell'edizione
on-line del quotidiano "la repubblica" di lunedi 21 gennaio:
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/01/21/news/ventitre_alla_camera_14_al_senato_in_toscana_il_giorno_delle_liste-51022372/
http://firenze.repubblica.it/cronaca/2013/01/21/news/ventitre_alla_camera_14_al_senato_in_toscana_il_giorno_delle_liste-51022372/
In quest'articolo senza firma il giornalista de "la repubblica"
affermava testualmente che ci sarebbero stati problemi per la
presentazione di alcune liste minori, tra queste veniva citata anche la
lista del PCL, insieme ai partitini neofascisti (CP, FT, FN) ed alla
lista Bunga Bunga. Il problema, sempre secondo il pennivendolo,
sarebbero state le poche firme raccolte e la presentazione all'ultimo
tuffo.
Mettiamo al corrente il pennivendolo che la lista del PCL è stata
presentata domenica mattina alle ore 8:30 presso la corte di appello di
Firenze, alla camera siamo stati la seconda lista presentata dopo quella
del M5S ed al senato la terza dopo il M5S e dopo la lista Monti. Le
nostre liste erano accompagnate da 1.600 firme per la camera (il limite
minimo era 1.000) e da 1400 per il senato (il limite minimo era 750). La
raccolta firme del nostro partito è terminata dieci giorni prima della
scadenza grazie al lavoro militante di decine di compagni in tutta la
regione che hanno fatto banchetti, volantinaggi, ecc per arrivare a
questo risultato.
Consigliamo d'ora in avanti al quotidiano dei poteri forti e grande
sponsor dell'alleanza tra Monti e il PD di informarsi meglio prima di
scrivere tali baggianate, consigliamo anche di controllare come
avvengono le raccolte firme per i partiti principali che fino all'ultimo
non chiudono le liste e magicamente si presentano, loro si, all'ultimo
tuffo con tutta la documentazione in "regola".
Non ci stupisce che tali scemenze siano scritte sulle pagine di questo
quotidiano sempre in prima fila nell'attaccare la sinistra della nostra
città, come dimostrato negli ultimi mesi con gli attacchi scomposti di
Mario Neri al movimento studentesco fiorentino.
Noi non ci appelliamo alla correttezza dell'informazione essendo
consapevoli che in una società capitalista non può esistere una
informazione libera, ma l'informazione, come tutto il resto, è al
servizio dei padroni. Ci appelliamo invece ai lavoratori, ai giovani, ai
precari, ai disoccupati, a tutti coloro che in questa società marcia e
in decadenza non hanno altro che da perdere, non fatevi illudere da
questi illusionisti al servizio dei banchieri e dei grandi capitalisti.
Partito Comunista dei Lavoratori
Coordinamento regionale Toscana
gen232013
IL PCL PRESENTE IN TUTTA ITALIA

E' la conferma di un dato generale: quella di un partito organizzato,
certo piccolo, ma dotato di un insediamento sociale e territoriale
nazionale.
In particolare, siamo oggi l'unica lista autonoma della sinistra di
classe, legata al movimento operaio. L'unica contrassegnata dal simbolo
della Falce e Martello. L'unica in ogni caso basata su un programma
anticapitalista per una Repubblica dei lavoratori: non dei capitalisti,
dei magistrati, dei comici guru.
SEL ha preferito subordinarsi al PD liberale, in attesa di ministeri.
PRC e PDCI hanno scelto di subordinarsi a Di Pietro e alle procure,
imboscandosi nell'arancione.
Il PCL fa proprie le ragioni centrali del lavoro e di una prospettiva
socialista. E si batterà prima e dopo il voto per unire attorno alla
battaglia anticapitalista tutte le migliori energie del movimento
operaio e dell'opposizione sociale.
Perchè, come abbiamo scritto nel nostro programma, “solo una rivoluzione
può cambiare le cose”: la nostra campagna elettorale, nonostante la
debolezza dei nostri mezzi, sarà al servizio di questa verità.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
gen192013
gen152013
PROGRAMMA ELETTORALE DEL PCL
PER UNA AGENDA ANTICAPITALISTA
DALLA PARTE DEI LAVORATORI
CONTRO INDUSTRIALI, BANCHIERI, VATICANO
PER UNA
REPUBBLICA DEI LAVORATORI: NON DEI CAPITALISTI, DEI MAGISTRATI, O DEI COMICI
GURU
Il Partito
Comunista dei Lavoratori ( PCL)- in queste elezioni unica forza autonoma e
riconoscibile della sinistra di classe e del movimento operaio- contrappone
all'agenda capitalistica rivendicata da Monti, e difesa da Bersani, una agenda
anticapitalista che parta unicamente dalle ragioni del lavoro. Un'agenda di
mobilitazione e di lotta, ben al di là del voto. Un'agenda che riconduce le
rivendicazioni immediate alla prospettiva di una Repubblica dei Lavoratori: in
contrapposizione alla Repubblica dei capitalisti, o dei magistrati, o dei
comici milionari.
GIU' LE MANI
DAL LAVORO.
NAZIONALIZZAZIONE
DELLE AZIENDE CHE LICENZIANO, CHE INQUINANO, CHE COLPISCONO I DIRITTI
SINDACALI: A PARTIRE DA FIAT, ALCOA, ILVA.
Alla più
grande aggressione capitalistica contro il lavoro dell'intero dopoguerra, va
contrapposto un programma anticapitalistico altrettanto radicale che parta
dalla difesa dei lavoratori:
1)Abrogazione
dell'articolo 8 sui contratti di lavoro e della manomissione dell'articolo 18
sui licenziamenti illegittimi.
Pieno
ripristino del contratto nazionale di lavoro e pieni diritti sindacali nelle
aziende.
2)Salario
minimo intercategoriale per legge di almeno 1500 euro netti.
Abolizione
di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, varate dal centrosinistra (
Pacchetto Treu ), dal centrodestra (Legge 30), dal governo Monti: con la
trasformazione dei rapporti di lavoro precari in rapporti di lavoro a tempo
pieno e indeterminato.
Parità di
diritti tra lavoratori italiani e migranti.
3)Blocco dei
licenziamenti, nell'industria e nei servizi pubblici.
Ripartizione
fra tutti del lavoro esistente attraverso la riduzione progressiva dell'orario
di lavoro a parità di paga ( 30 o 32 ore settimanali).
Nazionalizzazione
senza indennizzo e sotto controllo operaio delle aziende che licenziano, che
inquinano, che colpiscono i diritti sindacali: a partire da Fiat, Ilva,
Alcoa.
4)Mantenimento
del salario contrattuale ai lavoratori in mobilità senza limiti di tempo. Un
vero salario sociale di almeno 1200 euro netti ai giovani in cerca di prima
occupazione e ai disoccupati che cercano lavoro sino all'ottenimento del lavoro
a tempo indeterminato. Un forte recupero salariale, tramite aumenti e
detassazione del salario contrattuale.
5)Un grande
piano di nuovo lavoro in opere sociali, in particolare nel Sud ( a partire da
risanamento ambientale, servizio idrico, edilizia popolare, trasporto
pubblico).
6) L'insieme
di queste misure va finanziato dalla tassazione progressiva dei grandi redditi
e patrimoni; dalla soppressione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese
private; dalla soppressione di grandi opere faraoniche, dannose o inutili (v.
Tav);dall'abbattimento delle spese militari; dalla cancellazione dei privilegi
clericali; da un controllo operaio e popolare sul fisco che colpisca alla
radice l'evasione fiscale, a partire dall'abolizione completa del segreto
bancario e dall'apertura dei libri contabili delle aziende.
Per una
somma complessiva di risorse che ammonta a circa 200 miliardi.
VIA GLI
STROZZINI.
ANNULLAMENTO
DEL DEBITO PUBBLICO VERSO LE BANCHE.
NAZIONALIZZAZIONE
DELLE BANCHE, SOTTO CONTROLLO SOCIALE.
Allo
strozzinaggio usuraio praticato dal capitale finanziario contro i lavoratori e
la popolazione povera va contrapposto un piano di misure altrettanto
radicali:
1)Annullamento
del debito pubblico verso le banche.
Ripudio
unilaterale del “fiscal compact” e dei trattati dell'Unione Europea ( Unione
degli industriali e dei banchieri contro i lavoratori europei).
2)Soppressione
delle misure finanziarie e fiscali antipopolari connesse: a partire dai tagli
alle pensioni, alla sanità, alla scuola, ai trasferimenti pubblici ai Comuni;
dall'imposizione dell'IMU sulla prima casa di normale abitazione; dall'aumento
dell'IVA e delle imposte indirette.
3)Nazionalizzazione
delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti e con la tutela dei
piccoli risparmiatori.
Unificazione
delle banche in una unica banca pubblica, sotto controllo sociale.
4)Investimento
delle risorse così risparmiate nella scuola pubblica; nell'università pubblica;
nella sanità pubblica; nel ripristino di un sistema pensionistico a
ripartizione, con la cancellazione di tutte le controriforme realizzate negli
ultimi 20 anni, in fatto di trattamenti previdenziali, da parte di
centrosinistra e centrodestra.
5)Abolizione
dei finanziamenti pubblici per scuola privata, università privata, sanità
privata. Loro nazionalizzazione, sotto controllo sociale.
ROTTURA COL
VATICANO.
ABOLIZIONE
DI TUTTI I PRIVILEGI CLERICALI.
ESPROPRIO
DELLE GRANDI PROPRIETA' ECCLESIASTICHE.
Al potere
debordante del capitalismo ecclesiastico va contrapposto un insieme di misure
coerentemente democratiche, anticlericali, anticapitalistiche
1)Abrogazione
unilaterale del Concordato col Vaticano.
Abolizione
di tutti privilegi, fiscali, giuridici, normativi, assicurati alla Chiesa
cattolica: a partire dalla truffa dell'8 per mille.
Abolizione
dell'insegnamento religioso confessionale nella scuola pubblica.
Investimento
delle risorse così risparmiate nell'assistenza sociale, nei servizi pubblici,
nel reddito ai disoccupati.
2)Esproprio
dello IOR e commissione popolare d'inchiesta sui crimini finanziari
vaticani.
Esproprio
delle grandi proprietà immobiliari ecclesiastiche e loro destinazione ai
servizi sociali e alla realizzazione del diritto alla casa.
3)Rifiuto di
ogni forma di sessuofobia, omofobia, discriminazione di genere, a favore della
piena parità di diritti e libertà per tutti gli esseri umani, contro ogni
oscurantismo clericale. Diritto al matrimonio omosessuale.
PER LA
PIENEZZA DEI DIRITTI DEMOCRATICI
PER UNA
REPUBBLICA DEI LAVORATORI.
Al tentativo
di uscire dalla crisi della seconda Repubblica con una nuovo progetto
reazionario- funzionale alle politiche sociali antioperaie e antipopolari- va
contrapposto un programma di misure radicalmente democratiche e la prospettiva
di un altro Stato basato sulla democrazia dei lavoratori.
1)Abrogazione
di tutte le leggi elettorali a carattere maggioritario, a favore del principio
democratico integralmente proporzionale, ad ogni livello. Una testa, un voto.
Cancellazione di ogni distorsione del principio democratico di rappresentanza (
premi di maggioranza, sbarramenti..).
2)Abolizione
del Senato. Abolizione di ogni forma di privilegio connesso alla rappresentanza
politica, sul piano nazionale e locale: nessun privilegio degli eletti rispetto
agli elettori. Equiparazione dello stipendio di Deputato o di consigliere
regionale allo stipendio medio di un impiegato. Revocabilità permanente degli
eletti da parte degli elettori.
3)Superamento
della burocrazia statale come corpo separato. Elettività di manager e dirigenti
della pubblica amministrazione e dei servizi. Soppressione di ogni loro
privilegio economico e pensionistico. Loro revocabilità permanente.
4)Investimento
delle risorse così risparmiate nella piena garanzia ed ampliamento dei diritti
democratici dei lavoratori e del loro potere di controllo: nella loro effettiva
libertà di riunione, di stampa, di confronto, di partecipazione diretta al
controllo dell'economia e all'amministrazione della società. Con l'eliminazione
di tutti gli impedimenti oggi frapposti dalla legge del profitto e dalla democrazia
borghese.
5)Revisione
radicale del sistema penale e giudiziario. Depenalizzazione dei reati minori.
Penalizzazione dei reati di criminalità finanziaria , ambientale, e di
sfruttamento sociale: a partire dall'introduzione del reato penale di sfruttamento
del lavoro nero, con la misura di esproprio dei beni degli sfruttatori.
PER UN
GOVERNO DEI LAVORATORI, BASATO SULLA LORO FORZA E SULLA LORO ORGANIZZAZIONE.
PER IL SOCIALISMO.
Questo è nel
suo insieme l'unico programma generale che può segnare una svolta vera.
Solo un
governo dei lavoratori basato sulla loro forza , che liberi l'Italia dalla
dittatura degli industriali, dei banchieri, del Vaticano, può pienamente
realizzarlo, in congiunzione con la lotta dei lavoratori degli altri Paesi:
nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa, quale unica via
d'uscita progressiva dalla crisi del vecchio continente. Dentro una politica di
sostegno incondizionato alle lotte dei lavoratori degli altri paesi, al di là
di ogni divisione di frontiera, e alla lotta di liberazione di tutti i popoli
oppressi, a partire dal popolo palestinese.
Solo una
mobilitazione rivoluzionaria della classe lavoratrice e di tutti gli sfruttati
può condurre alla realizzazione di questo governo.
Costruire in
ogni lotta la coscienza di questa prospettiva è il lavoro quotidiano del
PCL.
La nostra
presenza elettorale è in funzione di questo lavoro, ben al di là del
voto.
Perchè solo
la rivoluzione può cambiare le cose.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Etichette:
Dal Nazionale
gen132013
UNIRE LE LOTTE PER RISPONDERE ALL'ATTACCO

Offriamo
tutto il nostro supporto a sostegno delle varie vertenze nei quali i
lavoratori sono impegnati, nella convinzione che solo attraverso la
lotta e la mobilitazione si possano ottenere dei risultati.
Esprimiano
al tempo stesso la convinzione che tutte le vertenze e le
mobilitazioni debbano essere unificate in una piattaforma generale,
perché solo l'unità della classe operaia può permettere di far fronte
all'attacco padronale, di difendere i diritti acquisiti e di
conquistarne di nuovi. Gestire ogni vertenza separatamente, come una
questione a sé stante, fa solo l'interesse del padrone, perché riduce la
forza che possiamo mettere in campo: da una parte a causa della
mancanza di coordinamento fra le varie iniziative (tanti piccoli presidi
o scioperi o cortei, uno per ogni azienda, fatti in momenti diversi,
sono ininfluenti; una grande manifestazione su cui convergano tutti ha
un impatto ben maggiore), dall'altra perché senza l'unità nelle
mobilitazioni non saremmo in grado di sostenere a lungo il costo dei
vari strumenti di lotta che potremmo utilizzare (scioperi prolungati,
occupazioni, eventuale prosecuzione della produzione sotto il controllo
dei lavoratori, ecc.). Inoltre, anche il supporto che può venire
alle lotte da parte delle organizzazioni di classe è maggiore se queste
si coordinano fra sé, piuttosto che agire ognuna indipendentemente
dalle altre. Il padrone ci vuole divisi, perché così può gestire e
stroncare più facilmente le nostre lotte; è nostro compito unirci,
perché solo con una lotta unita e coordinata possiamo riuscire a mettere
in difficoltà la borghesia, e a invertire la tendenza che da anni vede
il proletariato arretrare sul terreno della lotta di classe.
Riteniamo
pertanto prioritario (e drammaticamente urgente) instaurare nel tempo
più breve possibile su queste tematiche una riflessione congiunta,
magari a mezzo di un'assemblea cittadina, con i lavoratori e le varie
realtà anticapitaliste attive sul territorio, nell'ottica di creare un
coordinamento delle lotte per gestire unitariamente le vertenze e le
mobilitazioni, a partire naturalmente da quelle ritenute più
urgenti.
Partito Comunista dei Lavoratori Firenze
gen122013
PERCHE' SOSTENERE IL PCL
Un
altro sistema non si costruisce per mezzo riforme, non s'improvvisa e
non s'avvia tramite il mercanteggiamento ideologico per un posto in
Parlamento (magari con un candidato premier che fa della legalità la sua
base). Un altro sistema ha le sue fondamenta ideologiche (marxismo
rivoluzionario), ha la sua tattica e
strategia che attinge dal leninismo/trotskysmo.
La cosa più importante è che per poter cambiare la società serve un programma transitorio che cammini verso il socialismo, il comunismo non è un traguardo casuale, né da attendere fatalisticamente... un orizzonte lontano, un solo richiamo simbolico.
Programma, base ideologica, unità nell'azione sono il DNA del PCL, ma non possiamo dire lo stesso della sinistra radicale.
La sinistra riformista (PRC, PDCI) basa invece tutte le sue proposte sulle modifiche istituzionali, sui correttivi da portare (new deal) centrando il suo baricentro politico sulla democrazia parlamentare (nella speranza di un loro ritorno tra le "sdraio di Montecitorio"). Tutta la sinistra radicale è tristemente elettoralista tanto da poter - senza troppe lamentele - rinunciare alla propria identità (simbolo, falce e martello).
La Rivoluzione civile lanciata dagli "ingroiani" non rappresenta neanche lontanamente la società. Si avvita sul solito rituale di concedere alla società civile il diritto di rappresentanza, ma non ha nulla a che vedere con un programma di cambiamento che prevede il superamento di questo potere per un potere dei consigli operai.
Sono decenni che questa sinistra ci intossica, ci avvelena con il riformismo (esigenza dei posti alleanze locali della sinistra radicale con giunte borghesi) come la sola via d'uscita alle contraddizioni del sistema. Ci si dice comunisti poi ci si allea con Di Pietro (colui che fa della legalità borghese il suo mantra).
Questa sinistra ossessionata dalla poltrone ha sistematicamente fallito le aspettative della sua base (governi Prodi e D'Alema, voto missioni militari, leggi precarizzanti, ecc), le promesse di cambiamento sono state canonicamente tradite (ricordo lo slogan del PRC nel 2006, II governo Prodi: "vuoi vedere che cambia davvero". Dopo, grazie al loro governo, è sopraggiunto Berlusconi e, in un certo senso, Bertinotti, Ferrero e Diliberto avevano ragione sostenendo che le cose sarebbero cambiate...) hanno così generato indifferenza, diffidenze e confusione tra il popolo della sinistra che spesso, ahimè oggi, volta lo sguardo, smarrito, a Grillo. Avrebbero dovuto i vari Ferrero, Vendola e Diliberto fare gli interessi dei lavoratori, mentre - questa è la triste verità - ne hanno solo ricercato strumentalmente il consenso elettorale.
Noi, come PCL, siamo altro, come la nostra storia insegna. Non abbiamo mai mercanteggiato le nostre idee per un posto, anzi a volte (caso Ferrando 2006) per le nostre idee e coerenza l'abbiamo perso...
Voler costruire un partito, come vuole il PCL, per il cambiamento è un dovere per i marxisti rivoluzionari, è un esigenza per i ceti più deboli. La necessità e la possibilità di un programma rivoluzionario chiaro (come quello del PCL) e di un'organizzazione per l'alternativa per il socialismo è oggi più che mai all'ordine del giorno. Non solo per le sbagliate risposte alla crisi mondiale che tutte le sfumature della borghesia hanno dato (Monti), ma perché il socialismo è l'unica alternativa possibile a questo iniquo sistema di ridistribuzione.
Per difendere gli interessi degli sfruttati è indispensabile un Partito stabile del proletariato che ne garantisca l'unità e l'indipendenza dalla borghesia. Solo il PCL, ad oggi, fa questo.
PCL Partito Comunista dei Lavoratori
La cosa più importante è che per poter cambiare la società serve un programma transitorio che cammini verso il socialismo, il comunismo non è un traguardo casuale, né da attendere fatalisticamente... un orizzonte lontano, un solo richiamo simbolico.
Programma, base ideologica, unità nell'azione sono il DNA del PCL, ma non possiamo dire lo stesso della sinistra radicale.
La sinistra riformista (PRC, PDCI) basa invece tutte le sue proposte sulle modifiche istituzionali, sui correttivi da portare (new deal) centrando il suo baricentro politico sulla democrazia parlamentare (nella speranza di un loro ritorno tra le "sdraio di Montecitorio"). Tutta la sinistra radicale è tristemente elettoralista tanto da poter - senza troppe lamentele - rinunciare alla propria identità (simbolo, falce e martello).
La Rivoluzione civile lanciata dagli "ingroiani" non rappresenta neanche lontanamente la società. Si avvita sul solito rituale di concedere alla società civile il diritto di rappresentanza, ma non ha nulla a che vedere con un programma di cambiamento che prevede il superamento di questo potere per un potere dei consigli operai.
Sono decenni che questa sinistra ci intossica, ci avvelena con il riformismo (esigenza dei posti alleanze locali della sinistra radicale con giunte borghesi) come la sola via d'uscita alle contraddizioni del sistema. Ci si dice comunisti poi ci si allea con Di Pietro (colui che fa della legalità borghese il suo mantra).
Questa sinistra ossessionata dalla poltrone ha sistematicamente fallito le aspettative della sua base (governi Prodi e D'Alema, voto missioni militari, leggi precarizzanti, ecc), le promesse di cambiamento sono state canonicamente tradite (ricordo lo slogan del PRC nel 2006, II governo Prodi: "vuoi vedere che cambia davvero". Dopo, grazie al loro governo, è sopraggiunto Berlusconi e, in un certo senso, Bertinotti, Ferrero e Diliberto avevano ragione sostenendo che le cose sarebbero cambiate...) hanno così generato indifferenza, diffidenze e confusione tra il popolo della sinistra che spesso, ahimè oggi, volta lo sguardo, smarrito, a Grillo. Avrebbero dovuto i vari Ferrero, Vendola e Diliberto fare gli interessi dei lavoratori, mentre - questa è la triste verità - ne hanno solo ricercato strumentalmente il consenso elettorale.
Noi, come PCL, siamo altro, come la nostra storia insegna. Non abbiamo mai mercanteggiato le nostre idee per un posto, anzi a volte (caso Ferrando 2006) per le nostre idee e coerenza l'abbiamo perso...
Voler costruire un partito, come vuole il PCL, per il cambiamento è un dovere per i marxisti rivoluzionari, è un esigenza per i ceti più deboli. La necessità e la possibilità di un programma rivoluzionario chiaro (come quello del PCL) e di un'organizzazione per l'alternativa per il socialismo è oggi più che mai all'ordine del giorno. Non solo per le sbagliate risposte alla crisi mondiale che tutte le sfumature della borghesia hanno dato (Monti), ma perché il socialismo è l'unica alternativa possibile a questo iniquo sistema di ridistribuzione.
Per difendere gli interessi degli sfruttati è indispensabile un Partito stabile del proletariato che ne garantisca l'unità e l'indipendenza dalla borghesia. Solo il PCL, ad oggi, fa questo.
PCL Partito Comunista dei Lavoratori
gen62013
Solidarietà ai lavoratori della Ginori
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la sua vicinanza e sostiene con
forza la lotta che stanno portando avanti i lavoratori della Ginori; affinchè ,
come ormai da consuetudine ,la crisi del mondo e del sistema capitalista non
venga pagata solo dai lavoratori.

Auspichiamo che il tutto si concluda al più presto e positivamente , e che dopo mesi di attesa,incertezza ed empasse il collegio del tribunale fallimentare dia finalmente il via libera al concordato preventivo e al riavvio della produzione nello stabilimento.
Il
PCL si schiera senza condizioni al fianco dei lavoratori, affinchè
venga garantito loro, con ogni mezzo necessario (compreso l'esproprio e
la nazionalizzazione dell'azienda sotto il controllo dei lavoratori
stessi), il diritto al lavoro.
Sempre al fianco dei lavoratori.
Partito Comunista dei Lavoratori Firenze
gen42013
PORTIAMO ALLE ELEZIONI IL PROGRAMMA ANTICAPITALISTA DEL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
E' terminata con successo la campagna di raccolta firme in Toscana: il PCL sarà presente con proprie liste sia alla Camera che al Senato nel collegio elettorale della Toscana, candidando come capolista il compagno Marco Ferrando.

Per questa ragione il nostro ringraziamento va a tutti quelli che ci hanno sostenuto: tutte le avanguardie ovunque collocate, tutti i lavoratori e gli attivisti coerenti della classe operaia e dei movimenti di lotta, i rivoluzionari che si sono raccolti attorno al Partito Comunista dei Lavoratori per il diritto di presenza alle elezioni di un programma di lotte rivolto a milioni di proletari.
Il Partito Comunista dei Lavoratori si batterà con tutte le sue forze per usare anche le prossime elezioni politiche come megafono rivoluzionario.
Contro i portavoce dei padroni, di centrodestra e di centrosinistra.
Contro i demagoghi polulisti, vecchi e nuovi.
Ma anche contro gli eterni illusionisti di un riformismo senza riforme.
Inoltre chiediamo un ulteriore sforzo per investire e sostenere, ognuno con le proprie disponibilità, la costruzione del partito della rivoluzione.
"CAMBIARE NON SI PUO' ".... DENTRO IL REGIME CAPITALISTA
PER UNA SVOLTA RADICALE DI LOTTA!
PER UNA PROSPETTIVA DI RIVOLUZIONE!
PER UN GOVERNO DEI LAVORATORI!
Partito Comunista dei Lavoratori - Toscana
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