PER UNA AGENDA ANTICAPITALISTA
DALLA PARTE DEI LAVORATORI
CONTRO INDUSTRIALI, BANCHIERI, VATICANO
PER UNA
REPUBBLICA DEI LAVORATORI: NON DEI CAPITALISTI, DEI MAGISTRATI, O DEI COMICI
GURU
Il Partito
Comunista dei Lavoratori ( PCL)- in queste elezioni unica forza autonoma e
riconoscibile della sinistra di classe e del movimento operaio- contrappone
all'agenda capitalistica rivendicata da Monti, e difesa da Bersani, una agenda
anticapitalista che parta unicamente dalle ragioni del lavoro. Un'agenda di
mobilitazione e di lotta, ben al di là del voto. Un'agenda che riconduce le
rivendicazioni immediate alla prospettiva di una Repubblica dei Lavoratori: in
contrapposizione alla Repubblica dei capitalisti, o dei magistrati, o dei
comici milionari.
GIU' LE MANI
DAL LAVORO.
NAZIONALIZZAZIONE
DELLE AZIENDE CHE LICENZIANO, CHE INQUINANO, CHE COLPISCONO I DIRITTI
SINDACALI: A PARTIRE DA FIAT, ALCOA, ILVA.
Alla più
grande aggressione capitalistica contro il lavoro dell'intero dopoguerra, va
contrapposto un programma anticapitalistico altrettanto radicale che parta
dalla difesa dei lavoratori:
1)Abrogazione
dell'articolo 8 sui contratti di lavoro e della manomissione dell'articolo 18
sui licenziamenti illegittimi.
Pieno
ripristino del contratto nazionale di lavoro e pieni diritti sindacali nelle
aziende.
2)Salario
minimo intercategoriale per legge di almeno 1500 euro netti.
Abolizione
di tutte le leggi di precarizzazione del lavoro, varate dal centrosinistra (
Pacchetto Treu ), dal centrodestra (Legge 30), dal governo Monti: con la
trasformazione dei rapporti di lavoro precari in rapporti di lavoro a tempo
pieno e indeterminato.
Parità di
diritti tra lavoratori italiani e migranti.
3)Blocco dei
licenziamenti, nell'industria e nei servizi pubblici.
Ripartizione
fra tutti del lavoro esistente attraverso la riduzione progressiva dell'orario
di lavoro a parità di paga ( 30 o 32 ore settimanali).
Nazionalizzazione
senza indennizzo e sotto controllo operaio delle aziende che licenziano, che
inquinano, che colpiscono i diritti sindacali: a partire da Fiat, Ilva,
Alcoa.
4)Mantenimento
del salario contrattuale ai lavoratori in mobilità senza limiti di tempo. Un
vero salario sociale di almeno 1200 euro netti ai giovani in cerca di prima
occupazione e ai disoccupati che cercano lavoro sino all'ottenimento del lavoro
a tempo indeterminato. Un forte recupero salariale, tramite aumenti e
detassazione del salario contrattuale.
5)Un grande
piano di nuovo lavoro in opere sociali, in particolare nel Sud ( a partire da
risanamento ambientale, servizio idrico, edilizia popolare, trasporto
pubblico).
6) L'insieme
di queste misure va finanziato dalla tassazione progressiva dei grandi redditi
e patrimoni; dalla soppressione dei trasferimenti pubblici alle grandi imprese
private; dalla soppressione di grandi opere faraoniche, dannose o inutili (v.
Tav);dall'abbattimento delle spese militari; dalla cancellazione dei privilegi
clericali; da un controllo operaio e popolare sul fisco che colpisca alla
radice l'evasione fiscale, a partire dall'abolizione completa del segreto
bancario e dall'apertura dei libri contabili delle aziende.
Per una
somma complessiva di risorse che ammonta a circa 200 miliardi.
VIA GLI
STROZZINI.
ANNULLAMENTO
DEL DEBITO PUBBLICO VERSO LE BANCHE.
NAZIONALIZZAZIONE
DELLE BANCHE, SOTTO CONTROLLO SOCIALE.
Allo
strozzinaggio usuraio praticato dal capitale finanziario contro i lavoratori e
la popolazione povera va contrapposto un piano di misure altrettanto
radicali:
1)Annullamento
del debito pubblico verso le banche.
Ripudio
unilaterale del “fiscal compact” e dei trattati dell'Unione Europea ( Unione
degli industriali e dei banchieri contro i lavoratori europei).
2)Soppressione
delle misure finanziarie e fiscali antipopolari connesse: a partire dai tagli
alle pensioni, alla sanità, alla scuola, ai trasferimenti pubblici ai Comuni;
dall'imposizione dell'IMU sulla prima casa di normale abitazione; dall'aumento
dell'IVA e delle imposte indirette.
3)Nazionalizzazione
delle banche, senza indennizzo per i grandi azionisti e con la tutela dei
piccoli risparmiatori.
Unificazione
delle banche in una unica banca pubblica, sotto controllo sociale.
4)Investimento
delle risorse così risparmiate nella scuola pubblica; nell'università pubblica;
nella sanità pubblica; nel ripristino di un sistema pensionistico a
ripartizione, con la cancellazione di tutte le controriforme realizzate negli
ultimi 20 anni, in fatto di trattamenti previdenziali, da parte di
centrosinistra e centrodestra.
5)Abolizione
dei finanziamenti pubblici per scuola privata, università privata, sanità
privata. Loro nazionalizzazione, sotto controllo sociale.
ROTTURA COL
VATICANO.
ABOLIZIONE
DI TUTTI I PRIVILEGI CLERICALI.
ESPROPRIO
DELLE GRANDI PROPRIETA' ECCLESIASTICHE.
Al potere
debordante del capitalismo ecclesiastico va contrapposto un insieme di misure
coerentemente democratiche, anticlericali, anticapitalistiche
1)Abrogazione
unilaterale del Concordato col Vaticano.
Abolizione
di tutti privilegi, fiscali, giuridici, normativi, assicurati alla Chiesa
cattolica: a partire dalla truffa dell'8 per mille.
Abolizione
dell'insegnamento religioso confessionale nella scuola pubblica.
Investimento
delle risorse così risparmiate nell'assistenza sociale, nei servizi pubblici,
nel reddito ai disoccupati.
2)Esproprio
dello IOR e commissione popolare d'inchiesta sui crimini finanziari
vaticani.
Esproprio
delle grandi proprietà immobiliari ecclesiastiche e loro destinazione ai
servizi sociali e alla realizzazione del diritto alla casa.
3)Rifiuto di
ogni forma di sessuofobia, omofobia, discriminazione di genere, a favore della
piena parità di diritti e libertà per tutti gli esseri umani, contro ogni
oscurantismo clericale. Diritto al matrimonio omosessuale.
PER LA
PIENEZZA DEI DIRITTI DEMOCRATICI
PER UNA
REPUBBLICA DEI LAVORATORI.
Al tentativo
di uscire dalla crisi della seconda Repubblica con una nuovo progetto
reazionario- funzionale alle politiche sociali antioperaie e antipopolari- va
contrapposto un programma di misure radicalmente democratiche e la prospettiva
di un altro Stato basato sulla democrazia dei lavoratori.
1)Abrogazione
di tutte le leggi elettorali a carattere maggioritario, a favore del principio
democratico integralmente proporzionale, ad ogni livello. Una testa, un voto.
Cancellazione di ogni distorsione del principio democratico di rappresentanza (
premi di maggioranza, sbarramenti..).
2)Abolizione
del Senato. Abolizione di ogni forma di privilegio connesso alla rappresentanza
politica, sul piano nazionale e locale: nessun privilegio degli eletti rispetto
agli elettori. Equiparazione dello stipendio di Deputato o di consigliere
regionale allo stipendio medio di un impiegato. Revocabilità permanente degli
eletti da parte degli elettori.
3)Superamento
della burocrazia statale come corpo separato. Elettività di manager e dirigenti
della pubblica amministrazione e dei servizi. Soppressione di ogni loro
privilegio economico e pensionistico. Loro revocabilità permanente.
4)Investimento
delle risorse così risparmiate nella piena garanzia ed ampliamento dei diritti
democratici dei lavoratori e del loro potere di controllo: nella loro effettiva
libertà di riunione, di stampa, di confronto, di partecipazione diretta al
controllo dell'economia e all'amministrazione della società. Con l'eliminazione
di tutti gli impedimenti oggi frapposti dalla legge del profitto e dalla democrazia
borghese.
5)Revisione
radicale del sistema penale e giudiziario. Depenalizzazione dei reati minori.
Penalizzazione dei reati di criminalità finanziaria , ambientale, e di
sfruttamento sociale: a partire dall'introduzione del reato penale di sfruttamento
del lavoro nero, con la misura di esproprio dei beni degli sfruttatori.
PER UN
GOVERNO DEI LAVORATORI, BASATO SULLA LORO FORZA E SULLA LORO ORGANIZZAZIONE.
PER IL SOCIALISMO.
Questo è nel
suo insieme l'unico programma generale che può segnare una svolta vera.
Solo un
governo dei lavoratori basato sulla loro forza , che liberi l'Italia dalla
dittatura degli industriali, dei banchieri, del Vaticano, può pienamente
realizzarlo, in congiunzione con la lotta dei lavoratori degli altri Paesi:
nella prospettiva degli Stati Uniti Socialisti d'Europa, quale unica via
d'uscita progressiva dalla crisi del vecchio continente. Dentro una politica di
sostegno incondizionato alle lotte dei lavoratori degli altri paesi, al di là
di ogni divisione di frontiera, e alla lotta di liberazione di tutti i popoli
oppressi, a partire dal popolo palestinese.
Solo una
mobilitazione rivoluzionaria della classe lavoratrice e di tutti gli sfruttati
può condurre alla realizzazione di questo governo.
Costruire in
ogni lotta la coscienza di questa prospettiva è il lavoro quotidiano del
PCL.
La nostra
presenza elettorale è in funzione di questo lavoro, ben al di là del
voto.
Perchè solo
la rivoluzione può cambiare le cose.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
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