Alcune
centinaia di lavoratori hanno manifestato giovedi 28 marzo, ma non solo
per il diritto al lavoro. Le facce, gli slogan e le voci urlavano in
quella piazza per il diritto al futuro e alla dignità.
I
continui fallimenti nelle trattative per la vendita di Seves e Ginori,
sommato alla notizia improvvisa della chiusura della sede fiorentina di
SunChemical e a
tante altre crisi aziendali condite con licenziamenti e
cassa-integrazioni, sta mettendo in ginocchio nella nostra provincia più
di 500 lavoratori e le loro famiglie. Il bilancio è disastroso, ma oggi
più di sempre (anche se a ben vedere i nomi sono i soliti) la crisi ha
un colpevole: il capitalismo. Un colpevole circondato da tanti complici,
a partire dai sindacati confederali, fino, a livello più alto, ai
gruppi politici dirigenti locali e nazionali. Gli stessi complici che
giovedì erano là, nella piazza e lungo il corteo, a fingere di avere tra
le mani la ricetta miracolosa (di cui si parla da decenni) per un
capitalismo sano, magari di sinistra. Le stesse ottime ricette che hanno
distrutto il servizio di istruzione inferiore e superiore, quelle
ricette che stanno distruggendo il servizio sanitario nazionale e che
rendono il lavoro un lusso, un favore e non un diritto. Le stesse
ricette che stanno ampliando il divario tra le classi, impoverendo
sempre di più i lavoratori salariati, e i pensionati e arricchendo
dall'altra parte grandi imprenditori ed industriali, regalando il nostro
sangue ai responsabili di questa crisi. Erano tutti là, assessori,
consiglieri comunali, "sindacalisti", fingendo di non essere gli stessi
che sono sempre stati al potere, fingendo di non essere gli stessi che
continuano governare questo paese.
Anche
noi c'eravamo, ma non stavamo chiedendo deleghe. Abbiamo manifestato
con la convinzione che senza lotta e senza unità questa battaglia sia
già persa. Da mesi proponiamo, nell'indifferenza sindacale e politica,
la creazione di un fronte comune di lotta per il lavoro, dove unire le
battaglie di tutte le realtà che nella provincia di Firenze stanno
subendo questa crisi. Non si tratta più di una battaglia interna, questa
è una guerra sociale, e solo
uniti potremo portare a casa i risultati che vogliamo.
Al
contrario di altri, non eravamo in quella piazza per dire "ora ci
pensiamo noi", ma per gridare la nostra presenza a fianco di ciascun
operaio per il suo diritto al lavoro e accanto ai loro figli, per il
diritto ad un'istruzione libera, pubblica e accessibile a tutti.
Siamo con gli sfrattati per il diritto alla casa e lottiamo con gli immigrati per il diritto all'integrazione.
Siamo
insieme a tutti coloro che lottano contro questo sistema con la
convinzione che la lotta è l'unica via percorribile per un'alternativa
vera a
questa società.
Partito Comunista dei Lavoratori Firenze
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