CHI LOTTA PER I DIRITTI NON PUO’ ESSERE PROCESSATO

Ancora una volta a Livorno il simbolo mediatico della repressione e della giustizia di Stato ricomincia la sua rappresentazione con la riapertura del processo contro le avanguardie delle lotte anticapitalistiche.
Viene colpito chi in questi anni ha organizzato una vera propria resistenza contro la violenza dei poteri forti che con la speculazione edilizia, gli sfratti, la salute sempre più precaria, la disoccupazione, i licenziamenti e lo sfruttamento selvaggio hanno reso questa città sempre più invivibile per i lavoratori e cittadini meno abbienti. La nostra consapevolezza è quella che sia sempre più necessario un fronte unico di lotta e di resistenza all’ arroganza degli apparati dello stato e degli interessi capitalistici. Di fronte a questa palese violenza che arriva persino a togliere i minimi diritti di cittadinanza ci chiediamo di quale illegalità possono essere giudicati i compagni imputati. Va rigettata questa logica. Oggi chi deve essere giudicato è solo chi sta riducendo alla fame e alla disperazione decine di famiglie. Il processo è solo contro di loro. Se ne facciano una ragione. Alla fine le lotte dei lavoratori dei precari e di chi resiste ogni giorno contro chi sfrutta, specula e devasta in nome del profitto avranno la meglio. Le lotte per i diritti non si possono processare. La lotta di classe non si può fermare.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI
Sezione Provinciale di Livorno

Nessun commento:

Posta un commento