SULLA LETTERA APPELLO DI SEL E DEL PRC-FDS DI AGLIANA (PT)

Sul sito della Federazione di SEL di Pistoia è pubblicata in data 10 luglio una lettera aperta che i Segretari di SEL e del PRC-FDS dei circoli di Agliana hanno inviato a tutti i compagni e a tutte le compagne su tutto il territorio nazionale, contenente l’esortazione a unire le forze per la costruzione di un nuovo soggetto politico, “una forza veramente nuova, dalla forte identità radicale, perché radicali sono i cambiamenti che il nostro tempo ci impone”. Naturalmente una  forza che dovrà essere “moderna e di governo”, e artefice e protagonista di una “rivoluzione culturale”.
La lunga lettera prosegue con una serie di riferimenti idealistici sulla natura di questa forza, che vanno dalla rivendicazione della propria origine, individuata “nel connubio delle grandi riflessioni filosofiche e delle gesta concrete”, evocate con lirismo enfatico, della Resistenza partigiana, fino al riferimento ai “valori fondanti della nostra Repubblica”.
La pratica politica dovrà seguire quel percorso iniziato in occasione delle Europee con “l’altra Europa con Tsipras” magari ampliandolo in direzione dell’“unione di tutte le forze di sinistra”, per sconfiggere il “sistema neoliberista”  e “creare una società più equa e giusta, a misura d’uomo”.

Questo, in sintesi, è l’appello che viene lanciato dalla sinistra radicale nella prospettiva di quel cambiamento che appare sempre più urgente e necessario. Anche per quanto riguarda i rapporti fra le varie componenti, “perché è arrivato il momento di dire basta al protrarsi di disquisizioni sul sesso degli angeli”.

Da forze che ancora vogliono richiamarsi al Comunismo o che comunque ne sono state ispirate in tempi più o meno recenti, era lecito aspettarsi, in questa nuova prospettiva,  un qualcosa di più avanzato. E cioè: non una analisi della situazione e una nuova proposta politica legata sempre e comunque ad un generico interclassismo di stampo borghese; ma, al contrario, la risultante di una visione finalmente di classe della società, e in termini più strettamente di classe, come la dialettica marxista vorrebbe.

Invece niente di tutto questo.

In tutto il testo nessun riferimento esplicito al “capitalismo” ma ad un generico “neoliberismo”, un termine che meglio si  adatta ad una politica riformista. Si parla di conflitto fra una destra e una sinistra ancora attuale, ma non di lotta fra le classi; si parla di “classe media che è scivolata verso la povertà ormai da molti anni”, ma non del proletariato colpito duramente, da sempre, da tutti i governi borghesi, anche quelli di centrosinistra che hanno visto le forze della cosiddetta Sinistra radicale appoggiare e sostenere attivamente, anche con propri  Ministri, tutte le peggiori nefandezze nei confronti dei lavoratori e degli oppressi.

Dunque, ci risiamo con l’ennesima riproposizione di una politica fallimentare, su un terreno e con gli stessi strumenti di analisi che hanno causato le più umilianti sconfitte, le più catastrofiche disfatte, e quel senso di smarrimento e di sfiducia che ancora pervade  tanta parte della sinistra.
Di un vero e proprio inganno nei confronti di onesti militanti e simpatizzanti (sempre meno, per la verità), che ancora credono ai proclami di una sinistra radicale che si dichiara antagonista e alternativa a parole, ma allo stesso tempo, nei fatti, tuttora collabora nelle giunte locali di mezza Italia con quel PD che è l’artefice principale delle politiche lacrime e sangue nei confronti delle masse.


A questo punto è legittimo pensare che  non di errori si tratti, ma di qualcosa di molto più grave. Del gretto tentativo cioè di salvare quello che rimane dei loro apparati di partito e assicurare al contempo anche un futuro politico, ai vari livelli, ai loro burocrati.

Come Partito Comunista dei Lavoratori vogliamo mettere in risalto tutto questo. Non per una critica preconcetta, o per quel settarismo di cui siamo accusati proprio da quelle forze che, impropriamente, ancora si autodefiniscono comuniste; ma perché pensiamo che i comunisti non sono, non possono e non devono essere interclassisti, ma devono difendere, promuovere e sostenere gli interessi di classe dei lavoratori e degli oppressi nei confronti del capitalismo e dei suoi servi all’interno delle Istituzioni borghesi.

Non è più tempo, se mai lo è stato, di compromessi, di mistificazioni, di mezze bugie o mezze verità, come quelle, per esempio – e peraltro veniali rispetto ad altre ben più gravi espresse in altri contesti – contenute in quella lettera appello dei Compagni aglianesi. Dove, già nel titolo, se ne nasconde una.
Viene infatti riportata fra parentesi  la percentuale raggiunta dalla lista civica “Agliana in comune” alle recenti elezioni comunali di Agliana del maggio scorso. Quel 19,14% ottenuto è sicuramente un risultato di tutto rispetto, ma evidentemente è stato drogato da aspetti di carattere locale e dalla conseguente presenza in quella lista di forze eterogenee dall’orientamento non ben definito. Infatti, nello stesso giorno si sono svolte anche le elezioni Europee, ben più significative a livello politico, e in quello stesso Comune la lista “L’altra Europa con Tsipras” ha ottenuto un ben più ridotto 5,69%.
Ci sembra che lo scarto e il ridimensionamento sia notevole e significativo.


“La verità è sempre rivoluzionaria”, per questo  ai Comunisti non sono permesse  le menzogne.


PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - PISTOIA

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