Presidio
in solidarietà del popolo palestinese
Rispetto
profondo e partecipazione per quanto il popolo ebraico ha subito, a opera della
canaglia nazista, durante gli anni della seconda guerra mondiale, ma a quasi
settanta anni dalla fine di tutto questo, la shoah ha cessato di essere una
delle storie più tragiche della civilissima Europa contemporanea, per diventare
un indecente strumento politico nelle mani di quello che è adesso il sionismo.
Sì,
perché oggi come oggi il governo d’Israele, giustifica ogni sua nefandezza come
figlia necessaria di quella tragedia e in nome di questa, opprime, uccide,
priva della libertà, confisca case e beni a un popolo cui è negato vivere in
pace sulla propria terra.
Il
9 luglio di quest’anno saranno passati dieci anni da quando la Corte
Internazionale di Giustizia ha dichiarato illegittimo il Muro dell'Apartheid voluto
e costruito dal governo Israeliano in Cisgiordania, in disprezzo di ogni
dettato del diritto internazionale.
Ma
va detto che il muro è solo la testimonianza fisica di quanto accade in quelle
terre; in sessantasei anni di occupazione sionista in Palestina, quel popolo ha
subito di tutto, con una ferocia degna delle migliori truppe naziste: non sono
state risparmiate donne, bambini, anziani, gente la cui unica colpa era quella
di essere parente, affiliata o amica di qualcuno ritenuto colpevole di
terrorismo, ovviamente il tutto senza uno straccio di prova, così, sulla base
di un semplice sospetto o, talvolta, utilizzando motivazioni del tutto inventate,
affidando all’esercito quelle che Israele chiama operazioni di polizia, ma che
sono vere e proprie azioni di guerra, non escluso il bombardamento aereo in zone densamente abitate, raid in scuole, abitazioni,
università e ospedali.
Israele
ha avuto diverse condanne da parte dell’ONU, ma la cosa non ha mai avuto
seguito, un po’ per il veto opposto ogni volta dagli USA, ma sopratutto per
un’opinione pubblica internazionale che è sicuramente quietata dal fatto che il
sionismo rappresenta il grosso della finanza mondiale.
In
questi giorni l’opinione pubblica concentra le sue
attenzioni sull'uccisione dei tre giovani coloni israeliani ma nessuna voce si è
levata a condannare la rappresaglia organizzata su larga scala e rivolta
essenzialmente verso la popolazione civile, dove anche i bambini (e le immagini
trasmesse in televisione sono una drammatica testimonianza di tutto questo) sono
stati tratti in arresto con metodi e modi resi ancora più gravi dal fatto che
gli arrestati erano ragazzini; penso che sia ancora nel ricordo di ognuno il
pestaggio e l’arresto di Tariq Abu Khdeir, cugino di Mohammed Abu Khdeir, il
ragazzino palestinese bruciato vivo e il cui corpo carbonizzato è stato
ritrovato mercoledì a Gerusalemme, ma non ci
si può esimere dal pensare che il pestaggio e l’arresto di Tariq abbia fatto
più notizia di altri e che la scarcerazione sia stata veloce perché Tariq è
cittadino americano, altrimenti la
possibilità che l’episodio fosse ignorato era piuttosto alta, ma questa è
un’altra storia.
Sta di fatto che la punizione collettiva che Israele
ha decretato avverso i palestinesi, ha, sin’ora, causato dieci morti e un
centinaio di feriti e la cosa non sembra volersi attenuare.
Mercoledì 9
luglio, il PCL
sarà presente, assieme ad altri, in un presidio che si terrà in Piazza della Repubblica alle ore 18.30 per ribadire il proprio NO all'occupazione della Palestina,
alle politiche razziste israeliane, alla rappresaglia voluta e
messa in atto da Israele; per ribadire il proprio NO al Muro in Cisgiordania, alla politica dell’Apartheid,
alle vere e proprie operazioni di guerra contro i civili inermi; per ribadire il proprio NO alle condizioni disumane in
cui sono detenuti i prigionieri politici palestinesi che nelle galere sioniste
sono circa cinquemila cinquecento, di cui almeno duecento minori.
Oltre l’azione di presidio, il PCL si propone di
sostenere la campagna per il boicottaggio
e la promozione di sanzioni contro Israele e di aderire a qualsiasi
iniziativa possa esser utile alla causa del popolo palestinese.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - FIRENZE
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