È indiscutibilmente vero che negli ultimi anni il maltempo ha assunto
delle caratteristiche diverse rispetto al passato che abbiamo conosciuto
per quantità e qualità delle piogge.
Però, ogni volta ci viene ripetuta ossessivamente dagli organi
d’informazione l’eccezionalità di tali fenomeni. “Erano cent’anni che
non si verificava ….” e via dicendo, tanto che un po’ di scetticismo su
queste affermazioni ci pare abbastanza giustificato.
Anche perché, assomiglia molto ad un tentativo da parte delle
Istituzioni – che si avvalgono dei media compiacenti per un certo
pilotamento – di imputare a fattori casuali e imprevedibili, e dirottare
verso di essi, la responsabilità di disastri ambientali, economici,
sociali che colpiscono ogni volta intere famiglie e la comunità in
generale.
Noi pensiamo, al contrario, che le responsabilità siano da addebitarsi
quasi interamente all’attività dell’Uomo, dall’uso, e molte volte
all’abuso, che fa del suolo e delle risorse naturali. Questo chiama in
causa proprio quegli organi Istituzionali che, fra le altre cose, hanno
anche il dovere di vigilare e impedire tutte quelle attività che sono
potenzialmente in grado di provocare disastri e tragedie.
A noi non interessa rilevare, se non in maniera collaterale, che il non
adempiere a questo compito, o farlo in maniera approssimata o
“distratta” – un certo “lassez faire” è avvertibile – può essere un
reato.
Ci interessa invece rilevare come quei comportamenti chiamino in causa
responsabilità politiche ben riconoscibili e ben precise. In conseguenza
delle quali, oltretutto, la comunità è chiamata a nuovi disagi, a nuovi
sacrifici, a nuovi tributi per rimediare ai danni economici che ne
derivano.
Ci pare risibile da parte delle Istituzioni locali ricondurre molte
carenze (usando un eufemismo) nella progettazione e nella messa in opera
di nuove strutture e infrastrutture pubbliche, o l’assoluto grado di
incuria, di abbandono in cui molte di esse si ritrovano a distanza di
tempo, con la mancanza di fondi pubblici, con i ridotti contributi dello
Stato e della Regione.
Al Governo di tali Istituti ci sono quelle stesse forze politiche di cui
sono espressione le Amministrazioni Comunali e Provinciali.
Questo ridicolo e indecente scaricabarile non è più sopportabile.
Sentire il Presidente della Regione Toscana Rossi, in visita alle zone
disastrate nel Pistoiese, affermare che “Non si può morire annegati per
Maastricht”(http://www.youtube.com/watch?v=AL5_gLJnZT8#t=67)
e, dall’altra parte dell’Oceano, il Presidente del Consiglio Letta
affermare che “….Il Trattato di Maastricht, oggi così poco popolare, ci
ha salvato” (http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=35170),
quando sappiamo che entrambi sono anche personaggi di spicco del
Partito Democratico, ci dà il segno della ipocrisia e dell’ assoluto
disprezzo che questi personaggi e la classe dirigente del loro partito,
nutrono nei confronti delle persone, della loro vita e delle loro
intelligenze.
Noi pensiamo che la popolazione abbia non solo il diritto ma il dovere
di ribellarsi contro questa politica, contro questi personaggi, compreso
quei soggetti politici della sinistra radicale che in molte
Amministrazioni ne sono complici.
Con la consapevolezza però che questo ceto politico è il rappresentante
istituzionale della grande borghesia capitalistica e finanziaria, o
comunque ne protegge di fatto gli interessi. E quindi, cambiare questo o
quel soggetto politico può essere suggestivo e invitante, ma allo
stesso tempo, fuorviante. Non potrà mai dare risultati concreti. Perché
il Capitalismo troverà, come sempre, il modo di sostituirli,
“democraticamente”, attraverso gli strumenti che la Costituzione
borghese mette a disposizione.
È il capitalismo il vero nemico, il vero responsabile dei disastri
ambientali, delle guerre, e della sempre più difficile condizione umana
delle masse popolari, in Italia e nel Mondo intero.
Ai Comunisti il compito di estirparlo alla radice.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI - PISTOIA
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